Il cicisbeo e l’odalisca

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Il carpintero e l’odalisca. 17 – A quale età – bieca e fredda apparenza – condivisione a due – il tango fa cilecca – l’odalisca è una fonte – richiamo della foresta.

Finalmente ho potuto ballare come avevo in mente di fare…
Non sarà la stessa cosa andare in milonga…

– Quanti anni ha?
– Perché lo vuoi sapere?
– Come… perché? Visto che di lei non ci vuoi dare nessun ragguaglio, vorremmo almeno inquadrarla temporalmente, siamo curiosi di sapere a quale età una persona è in grado di esercitare su un cicisbeo qualsiasi come te, un potere di attrazione così intenso e totalizzante? Sul nome, visto che non ce lo vuoi dire, abbiamo messo una pietra sopra!
– Non ha nome!

– Smettila con questa messinscena! Non sappiamo di che colore sono i suoi capelli, la sua pelle: chiara, scura? È alta? Quanto? Insomma… gli anni?
– Intorno alla quarantina. Io la vedo così. Se sono di più o di meno non ha alcuna importanza. I suoi occhi, il suo corpo, le sue parole sono quelli di una giovane quarantenne.
– Apriti cielo, finalmente un dettaglio e non quelle sciocchezze pseudo-sentimentali che ci hai rifilato fino ad oggi.

– Ragazzi vado… mi avete rotto.
– Aspetta dove corri…?
– Ci sentiamo più avanti. Oggi a Quilmes c’è mercato.
– Come… più avanti? E i lavori che mi devi fare per la casa?
– Ti farò sapere…
– Ha sbattuto la porta, se n’é andato?
– Vedrai che torna. Lasciamo passare qualche giorno…

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Gli incontri e le conoscenze non nascono mai per caso.

– Ha scritto un’email. Controlla la posta in entrata. L’ha indirizzata ad entrambi.
– Non ho né tempo né voglia. Fammi un riassunto.
– Non viene.
– Che ha detto?
– Non vuole più raccontare. Si è messo in testa che ci divertiamo a prenderlo in giro. Sostiene che il nostro atteggiamento nei suoi confronti è insopportabile: molto simile allo stato di eccitazione di chi non vede l’ora di sorbirsi la nuova puntata di uno sceneggiato in televisione.

– Che gli è preso? È di nuovo impazzito?
– Ci odia. Testualmente: nutre odio verso quello che noi siamo.
– Cioè?
– Dice che non siamo capaci di mettere in comunicazione il nostro cuore con la nostra anima. Il peggio è che non ne sentiamo il bisogno. A suo dire manchiamo di profondità. Ci fermiamo alla bieca e fredda apparenza. Potrebbe anche avere ragione, se non in tutto, in buona parte. Il tango è un mezzo a cui affidarsi per un aiuto.
– Adesso lo difendi?

– Non credo sia pazzo. È molto semplice. Secondo il carpintero chi ha cominciato a ballare tango, considera, fin da subito l’abbraccio come qualcosa di unico e irrinunciabile. Se hai fortuna, ti ritrovi in un abbraccio che infonde sicurezza e pace interiore, ti riscalda: trasmette calore. Ed è esattamente questo che gli è successo e gli succede con l’odalisca, al di là di altre sensazioni o sentimenti che possono anche non esserci. Il calore che riceve dall’abbraccio con l’odalisca e suppongo io, viceversa, è curativo, taumaturgico. È una fonte immediata, pura, casta, sensuale, sensitiva, trasparente, di benessere diffuso e inesauribile. Non solo…

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L’effetto svolazzante del vestito durante i giri la faceva sembrare una mariposa.

– Come sai queste cose?
– Me le ha dette Giordano.
– Quando…? Se mi hai appena detto che con noi non vuole più parlare?
– L’ho chiamato al cellulare, ha risposto subito. Mi dispiace aggiungere, è solo con te Amedeo, che non vuole parlare.
– Siete due stronzi. Tu più di lui. Chi se ne frega. Cosa vi siete detti al telefono? Poco fa quando ti ho interrotto, accennavi a: non solo… Quindi?

– Non solo, perché questa fonte è condivisa. La magia del tango sta tutta qui. È una condivisione a due: fra lui il carpintero e lei l’odalisca. Una specie di estasi privata ancorché non celata, personale, non di gruppo. Per intenderci non è la condivisione tipica di un socialnetwork e nemmeno quella di un ballo sociale, di gruppo appunto. Questa è la differenza fra il tango e le altre danze.
– Fisime, idee senza capo né coda, astrazioni da perditempo, fanculaggini.

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– Amedeo, mi dispiace, ti stai sbagliando, e dimostri di non capire. Non sarai mica invidioso del carpintero?
– Invidioso…? Io…? Di cosa, di grazia? Di qualche ballo scroccato in milonga. Ma fammi il piacere…! Molto meglio un buon rosso e due fette di salame di Tandil. Ne vuoi un po’, ti verso?
– Si naturalmente, impossibile rifiutare… Posso continuare?
– Quanto è lunga questa email? Che importanza ha? Dai… sentiamo i deliri del nostro caro Giordano, ex carpintero di casa mia. Bevi, mangia e parla…
– Agli ordini badrone…
– Non essere idiota anche tu.

– Il tango va oltre: possiede il potere assoluto e irresponsabile di sincronizzare due cuori e due anime e di farli interagire tutti e quattro all’unisono. Ti torna?
– Ancora non so…ti seguo…
– Il punto è che non sempre succede, è raro che accada.
– Quindi anche il tango fa cilecca?
– Spesso… spessissimo. Non è una garanzia… tutt’altro. Le variabili che impediscono la sincronizzazione sono infinite e sempre presenti. Puoi tentare mille volte senza alcun riscontro: piattismo desolante.

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L’odalisca è sempre qui, non scappa.

– Quindi è una questione di cul… di fortuna…?
– Sempre! A Giordano è successo solo con l’odalisca, una sorta di predestinazione, non cercata, non pianificata, non costruita.
– Mi sembrate i membri invasati di una setta in attesa di un messia…
– Il tuo è sarcasmo becero e il materialismo su cui ti pavoneggi, di dialettico non ha nulla, nemmeno la parvenza. Sei sconfortante.

– Non mi sento sconfortato, non capisci o non vuoi capire: anche tu dai troppo peso alle piccole ed effimere emozioni, perché è di questo che si tratta. La tua idea di relazioni umane ha fatto alle mezze con quella del carpintero. Che lavorasse di più invece, con tutto quello che c’è da fare in questa casa, e la smettesse con queste fregnacce, adesso anche via email, la voce non gli bastava. Parlare dell’odalisca gli provocava il singhiozzo… poverino.
– Sei insensibile e gretto… come sempre!

– Vedi, il mio maggiore difetto, che diventa la più conclamata delle mie debolezze, è che sono curioso. Pertanto mi scuso con te e il carpintero, se è questo che mi chiedete, purché si proceda, voglio sapere, la mia curiosità non vuole attendere. Ti prego da amico, va avanti, sono felice di ascoltare le vostre puttanate… scherzo, non prendertela, dimmi del tango e dell’odalisca.

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– Scuse accettate… con riserva: questa donna, l’odalisca è una fonte…
– L’hai già detto…! Di che cosa?
– Ti sbagli, non stai attento. Non parlo del tango. È di lei che intendo, di questa donna, di questa odalisca, dal fascino discreto e dai comportamenti sobri, attenti e pieni di cortesia, con un modo particolare di centellinare se stessa a chi ha avuto la fortuna di conoscerla e frequentarla. Lei è l’origine di qualcosa che prima pensava non esistesse.
– Addirittura…? Ora la mettete sull’apocalittico. Non è che state smarrendo la bussola?
– No. Il carpintero ne è certo, me lo ha scritto, sottolineato e ribadito.

– E quando, visto che mi avete escluso dalle vostre elucubrazioni?
– Te l’ho detto: via email, ci sta inondando la posta in entrata. Sei vergognosamente pigro, ti arrivano sull’iPhone, ci vuole niente per dargli un occhio.
– Io non voglio leggere, io desidero ascoltare. Voi due folli siete il mio richiamo della foresta. Insomma… che cos’è che non esisteva prima d’ora?

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In attesa dei prossimi abbracci.

– Sei così rigido e arroccato che da solo non c’arrivi.
– Non siamo ad un telequiz, per cortesia risparmiami gli indovinelli, li disprezzo.
– Nessun quiz.
– E allora?
– È lei…! È così evidente: è l’odalisca. Non essendo in nessun modo paragonabile alle altre, pensava che una simile donna – dolcissima, misteriosa e ineffabile – non si potesse nemmeno immaginare.

– E invece…?
– E invece non solo c’è ed è di questo mondo, ma ci può anche ballare, godere del suo abbraccio, udire il suo cuore, bisbigliare con la sua anima, accogliere il suo abbandono. È così che la descrive nella penultima mail.
– E l’ultima?
– Resta nel vago: anticipa solamente che scriverà di musica e di ascolto, di battiti e di una schiena parlante, anzi no c’è scritto esattamente: comunicante…
– Ma senti questo fuori di cabeza…! Che cosa…? A chi…?
– Amedeo… è inutile che allarghi gli occhi… non ci resta che attendere: tieni in carica il cellulare, le emails stanno arrivando a raffica una dietro l’altra.

– E tutto questo casino solo perché gli abbiamo chiesto il nome e gli anni di lei? È chiaro che è lui a prenderci in giro, siamo noi i veri cicisbei. Ammesso che da qualche parte alberghi, dell’odalisca non sappiamo ancora nulla e quello che più conta: non l’abbiamo mai vista. Scrivigli e insisti: o ce la fa vedere o gli togliamo il saluto.
– Amedeo è lui che ti ha già tolto il saluto. Sei in ritardo. Arrivi dopo. Come sempre.

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Link: I proci e l’odalisca. 16 – Cuore schiena e pancia. 18

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