Le librerie di Baires

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27.0 – La curiosità prima di tutto – una specie di attrazione, una giostra – profonda superficialità – un mucchio di parole ferme – trovare un libro è impossibile – capanne di legno stracolme – il prezzo apparentemente non è fisso.

Nello stesso identico modo di un mese fa… in più solo dettagli…
A
ltri modi di vedere e di gestire le relazioni… mi stendo un pò…

Primo, secondo e terzo viaggio.

Le librerie di Baires si fanno cercare più del tango. Non è difficile trovarle. Ce n’è sempre una dove meno te l’aspetti. A una o due quadras o dies, non lontano, sulla via per raggiungere la meta, una qualsiasi meta di un giorno qualsiasi.

Camminando con un cono di gelato a dare sollievo alle labbra, la vetrina di uno di questi negozi di carta impone sempre uno stop, mai breve. Guardarci dentro è un’aspettativa. Il riflesso della luce sui vetri è irriverente. Obbliga il corpo a cambiare la sua angolazione, affinché l’ombra che proietta annulli l’effetto del riflesso. Gli occhi si adattano come quelli di un barbagianni.

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Il primo sguardo è spontaneo: tralasciare i libri, la curiosità prima di tutto. Forare i vetri con gli occhi e infilarli fra le fessure di spazio lasciate libere dai volumi esposti.

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Tango e autarchia

7.2 – El Ateneo – Julio Cortazar – tango e autarchia – cd a buon mercato.

Ti va di ballare?
Conosci il significato del verbo guidare?

Arriviamo alla libreria El Ateneo. È una fra le più grandi e belle al mondo. Duemila metri quadri, su quattro piani, tutti da visitare. Dispone di oltre 120.000 volumi ed è ricavata nella sede di un ex teatro lirico d’epoca. Luogo magico. Appena dentro cominci a percepire che la realtà si dispiega in un’altra dimensione.

Tutti i libri si possono consultare in autonomia e leggere, seduti sugli ex palchi laterali del teatro. La caffetteria è accogliente. Se vuoi, compri, altrimenti riponi il volume al suo posto. Peccato che tutto sia scritto in castellano – naturalmente.

Per amore e invidia di chi ha scritto e scrive, cerco i libri di Julio Cortazar. Confesso di non saperne nulla o meglio poco più di nulla, e se non dopo avere iniziato a correggere il modo di far scorrere il tempo disponibile, dedicandolo alla ricerca delle cose di tango.

Per puro caso mi sono imbattuto in questo fine e schivo intellettuale argentino. Il poco che so, da zero a cento, pone il mio attuale grado di conoscenza, stabilmente sul numero due, forse tre, non di più. Bastano comunque ad avere la consapevolezza che Julio Cortàzar esiste, o per lo meno è esistito visto che anni addietro è dovuto morire.

So anche che è stato un autentico grande. 
Letterato, uomo di poliedrica cultura, sognatore, poeta, scrittore surreale di cose semplici e quotidiane, visionario a largo raggio, lì dove di solito, il comune niente vede e men che meno sente.

Non conosco i titoli dei suoi libri. So che ha scritto di tango, forse marginalmente, forse infilandone qualche briciola, qua e là, per colorire l’alma dei suoi personaggi. O forse lo ha amato, lo ha frequentato, lo ha cantato, lo ha vissuto con intensità disinteressata, dissimulandola in una normalità apparentemente priva di valore, tipica di chi ha sempre fatto parte di un ambiente, essendoci nato, senza necessità di rivisitarlo – come fa chi viene da fuori – dopo…, più in là…, in seguito…, a cose fatte ed avvenute.

Di Cortàzar più che parlare, bisognerebbe leggere l’opera, studiarlo: frammenti, che mi hanno imprigionato, foto di lui com’era che bastano per odiare chi abbia avuto la fortuna di conoscerlo quando ancora respirava. Ho scribacchiato e pensato a lui come una leggenda, in stato di ignoranza, ma con divertimento.

Questi benedetti libri di Cortàzar, bisognerà pure affrontarli e leggerli prima o poi. Dovendo, per scelta e convinzione, continuare a frequentare i misteri del tango, risulterebbe quantomeno utile se non indispensabile, cercare di aggiungervi un embrione di dignità letteraria, per compensare frustrazioni e tribolazioni, ora escluse dalla speranza di andare oltre lo stato di apprendista di salide.

È evidente che chiedere di entrare a far parte come ennesimo ospite del bestiario Cortazariano, significherà rilocare un altro pezzo di esistenza a quella concezione universale di indifferenza per l’evidenza, che si ha quando il giorno comincia dalla sua fine e mai dal suo inizio. Alla stessa stregua del primo passo di tango che si fa indietreggiando.

Il tango è stato accresciuto di tutto e ancora non è finita. Tuttavia al contrario di ciò che accade nelle dinamiche che alterano i comportamenti delle persone e delle società, rendendo impossibile ed improponibile qualsiasi passo indietro, qualsiasi pausa, nel tango la libertà resta integra, permettendo di continuare a scegliere cosa suonare e come ballare. Si potrebbe letterariamente sostenere la autosufficienza del tango cui bastano istinto e sensibilità.

Sorpresa. La sezione con i cd di tango è fornitissima e inoltre il prezzo medio è inferiore, seppur di poco, rispetto ad altre rivendite. Conto i soldi, faccio due calcoli per non patire di indigenza nei giorni a seguire, e decido per un consistente acquisto. In effetti sono veramente pochi i brani di tango che mi mancherebbero, ma non posso farmi sfuggire questa occasione.

Per la prima volta ritengo giusto e doveroso l’acquisto di cd. Il prezzo è più che equo, da un terzo alla metà rispetto ai prezzi praticati in Italia. È chiaro che, a queste condizioni, è altrettanto ingiusto e sbagliato, continuare a ricorrere al web libero.
Usciamo, con due borse non leggere, una per mano. Sono entrambe piene di tango.

Link: Constitucion 7.0Nueve de Julio 7.1 – Sorpresa, smarrimento e decadenza 7.3 – Inseguito da un astice 7.4