Empanadas sotto chiave

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22.1 – mezza porta di servizio – lasciare perdere e telare – laboratorio prigione – Osvaldo Fresedo – tornare a scuola – forma e il metodo – descapacitados dell’ultima ora.

Si dicono tante cose… e si dimenticano subito.
Che bello… ho un po d’invidia…

Empanadas

Secondo viaggio. Baires, barrio di Bernal. Ho scoperto che di fronte a casa a non più di venti metri, all’esquina con Maipu, c’è un laboratorio artigianale di empanadas. Le serrande a rete di robusto metallo a maglie larghe sono sempre giù.

L’aspetto del posto è chiuso fisso, sprangato, anche quando verso le sette di sera le luci all’interno si accendono e dalla parte superiore non smerigliata dei vetri si scorgono due persone indaffarate. Lo scorso anno lo abbiamo sempre ignorato ed evitato. Non saprei dire perché. Questa volta no.

L’altra sera, più che altro incuriositi e senza nessuna aspettativa, verso le venti abbiamo bussato sui vetri: una giovane donna è venuta ad aprirci e dopo avere girato la chiave per due mandate ci ha fatto entrare dalla mezza porta di servizio, ricavata nella saracinesca dalle abili mani di un fabbro.

Per entrare ci siamo abbassati, altrimenti avremmo battuto la testa. Infatti all’uscita una legnata alla nuca ha lasciato il segno per qualche giorno. Alle nostre spalle la ragazza ha prontamente richiuso di nuovo a chiave. La sensazione, durata un attimo, è stata di avere perso la nostra libertà.

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L’altra donna, più in là con gli anni, con l’espressione del volto gentile e disponibile, si è quasi scusata, spiegandoci che stanno sempre chiusi anche quando, contro ogni apparenza sono aperti.

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