Il carpintero e l’odalisca. 14 – papas españolas – dolcezza ineffabile – Ognuno la sua – motore sempre acceso – subalterno come tanti – quattro squilli – improperi urlati a squarciagola – la sua controfigura – le mani sui fianchi – di colore nero – strabismo mentale.
San Telmo… stasera?
Ovviamente… a dopo.
– Prova queste papas españolas sono una leccornia. Le ho mangiate in altri posti. Nessuno è in grado di farle meglio. Sono sottili, croccanti, dorate al punto giusto. Non hanno un filo d’olio.
– Perché siete così interessati a questa donna che io ho chiamato odalisca? Certo… è bella, raffinata, profumata. È pur sempre una donna come altre. Ce ne sono…, lo sapete meglio di me.
– A parte che fino ad oggi, che dico… fino ad un istante fa, hai sostenuto esattamente l’opposto.
– Ho forse mai detto che non è bella…? Raffinata…?
– No idiota, hai appena detto che è come le altre e hai fatto intendere che non ha nulla di speciale. Tutte cose che hai sempre negato, al contrario l’hai decantata fino alla nausea come una dolcezza ineffabile ed ineguagliabile.
– D’accordo non ci siamo capiti. Ho sempre inteso affermare che lei era si speciale, ma lo era essenzialmente per me. Un giudizio meramente soggettivo. Ognuno di noi prima o poi si perde dietro a una persona e quella persona diventa unica, incomparabile.
– Quindi tutto quello che hai raccontato di lei fino ad ora potrebbe non essere oggettivamente condiviso da altri? Noo… impossibile, non ti crediamo, quando ne hai parlato l’espressione del tuo viso è sempre stata quella di un invasato. Cosa ci vuoi nascondere? Perché hai usato l’imperfetto…? Hai detto: era.