L’odalisca e la segreteria telefonica

Il carpintero e l’odalisca. 14 – papas españolas – dolcezza ineffabile – Ognuno la sua – motore sempre acceso – subalterno come tanti – quattro squilli – improperi urlati a squarciagola – la sua controfigura – le mani sui fianchi – di colore nero – strabismo mentale.

San Telmo… stasera?
Ovviamente… a dopo.

– Prova queste papas españolas sono una leccornia. Le ho mangiate in altri posti. Nessuno è in grado di farle meglio. Sono sottili, croccanti, dorate al punto giusto. Non hanno un filo d’olio.
– Perché siete così interessati a questa donna che io ho chiamato odalisca? Certo… è bella, raffinata, profumata. È pur sempre una donna come altre. Ce ne sono…, lo sapete meglio di me.

– A parte che fino ad oggi, che dico… fino ad un istante fa, hai sostenuto esattamente l’opposto.
– Ho forse mai detto che non è bella…? Raffinata…?
– No idiota, hai appena detto che è come le altre e hai fatto intendere che non ha nulla di speciale. Tutte cose che hai sempre negato, al contrario l’hai decantata fino alla nausea come una dolcezza ineffabile ed ineguagliabile.

– D’accordo non ci siamo capiti. Ho sempre inteso affermare che lei era si speciale, ma lo era essenzialmente per me. Un giudizio meramente soggettivo. Ognuno di noi prima o poi si perde dietro a una persona e quella persona diventa unica, incomparabile.

– Quindi tutto quello che hai raccontato di lei fino ad ora potrebbe non essere oggettivamente condiviso da altri? Noo… impossibile, non ti crediamo, quando ne hai parlato l’espressione del tuo viso è sempre stata quella di un invasato. Cosa ci vuoi nascondere? Perché hai usato l’imperfetto…? Hai detto: era.

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Un decoltè precario e instabile

Il carpintero e l’odalisca. 05 – cerrado – ninfa misteriosa – papas españolas – decoltè y compas – trucido o scemo – ochos atras – uno stimato maestro – delirio e scempiaggine – contrariato o incazzato – L’Angelo Sterminatore – asado y malbec – lei ancora lei.

Ciao, come stai?
Benissimo.

Cerrado. Chiuso. Cosa?! Che ci fa tutta questa gente fuori? Perché non si entra?
– Questa sera non si balla, la milonga è rinviata. Un’ora fa un corto ha fatto saltare l’impianto di amplificazione. Le casse sono fuori uso.
– Più sfigati di così…
– È il carpintero che porta sfiga.
– Amedeo taci!
– Amedeo va a quel paese… senza tornare, però. Ragazzi che si fa? Ci sarebbe il Canning o la Gricel.
– No, è andata così… Molliamo. Andiamo in qualche posto, ci facciamo un po’ di birre da litro e papas españolas.
– Bueno.

– Giordano prima di proseguire vogliamo sapere il nome dell’odalisca. Ce lo devi… Siamo qui come due imbecilli, pendiamo dalle tue labbra, almeno che si sappia: che il mondo sappia chi è questa misteriosa ninfa con il corpo da odalisca.
– No. I nomi sono superflui. E oltretutto non avrebbe senso dare un nome ad una persona che non c’è.
– Cose da pazzi, tanto prima o poi ti scapperà di dirlo…

– Ottime queste patate, il nostro Giordano una volta tanto ha scelto bene: con le donne sei una frana, in fatto di papas españolas nulla da eccepire. Butta giù quella birra, ti riempio il bicchiere così quando blateri non ci pensi troppo. Dai attacca: raccontaci di quando tu e Eugenia siete riusciti ad entrare – fortunati voi – in quella maledetta palestra-milonga di stasera.

– Stavamo seduti sulla panchetta, non c’era molto spazio e la sua coscia si strusciava sulla mia. – Che facciamo balliamo? – Certo balliamo, siamo qui per questo… no? – Eugenia ha delle tette strepitose e da quanto io possa intuire, ne va molto orgogliosa. Per questo il suo decoltè è spesso precario, instabile. D’Arienzo quella sera non dava tregua. Il suo compas era insistente e persistente. I miei ochos atras altrettanto. Durante il terzo brano abbasso gli occhi…
– Solo durante il terzo brano? – Amedeo non interromperlo – Ok… ok era una battuta.

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